ci sono due cose che nessuno ti potrà mai strappare: ciò che sei e ciò che sai.

ci sono due cose che nessuno ti potrà mai strappare: ciò che sei e ciò che sai.

giovedì 23 febbraio 2012

OGNI 11 SECONDI



L’infibulazione viene praticata in società a carattere patriarcale, in cui la donna viene considerata un essere inferiore, con una sessualità da reprimere e da condannare: al di là di motivazioni religiose (l’infibulazione  è infatti praticata in società di religione islamica, cattolica, ebraica, politeista e allo stesso tempo condannata in ognuna di esse), la sessualità femminile è vista come un istinto impuro, che deve essere controllato: garantisce la verginità della donna, ne riduce il desiderio sessuale, impedisce la masturbazione. Nella maggior parte dei casi viene praticata sulle bambine dai 2 agli 8 anni.
La prima notte di nozze la donna viene deinfibulata per consentire la penetrazione, e reinfibulata dopo ogni parto per ripristinare la situazione prematrimoniale.
  
In questo modo una donna contribuisce a salvaguardare l’onore della famiglia, ne preserva l’integrità. E questa diventa una componente così essenziale della propria vita da far dimenticare il carattere di sevizia proprio dell’infibulazione, come violazione fondamentale dei diritti umani, per trasformarla invece nella discriminante fra onore e disonore, dimenticando così la sofferenza, la privazione della propria naturale sessualità, la naturale condizione di subordinazione che sta alla base di pratiche di questo genere La donna a questo punto ritiene naturale vivere privata della propria essenza e "persona", in favore della integrità e dell’onore familiare. Desidera essere infibulata per evitare l’emarginazione, perché la sua vita societaria possa essere uguale a quella delle altre donne, perché possa essere dolorosa come quella delle altre donne.
Nella tradizione le mutilazioni genitali femminili non sono considerate un atto di violenza sul minore, ma un segno di attenzione e cura della famiglia verso la bambina: la donna non escissa è stata una bambina di cui nessuno si è preso cura. Una donna non infibulata, anche se vergine, difficilmente può trovare marito

Durante il processo di guarigione viene inserita nella vagina una scheggia di legno per poter permettere il passaggio dell’urina e del sangue mestruale. A seconda dei diversi costumi, la fertà viene cucita con un filo di seta o con delle spine d’acacia.
Per aiutare la guarigione vengono arse sotto la ragazza delle erbe aromatiche tradizionali o della linfa essiccata, che sono spesso causa di infezioni violente.
In seguito all’operazione, le gambe della ragazza vengono legate e lei viene immobilizzata per diverse settimane finchè la ferita della vulva non guarisce.
Gli strumenti per compiere l’infibulazione sono spesso coltelli, lame di rasoi, forbici e pezzi di vetro. L’anestesia non viene quasi mai praticata.

"Pubertà" di E. Munch



scambio tra onore e societa':
Non c’è un prezzo da pagare alla società per acquistare una propria dimensione di esistenza.





Le conseguenze dell’infibulazione si proilungano per tutta la vita di una donna: dal rischio di morte per infezione dopo l’intervento (ed è un rischio molto alto) alla possibilità che l’operazione danneggi anche altri organi (nei villaggi viene effettuata dalle levatrici, inesperte delle pratiche chirurgiche), alle complicazioni al momento del parto che possono portare alla morte della madre e del figlio, alle inevitabili conseguenze di carattere psicologico.
Nonostante tutto questo le donne continuano ad essere infibulate, a voler essere infibulate anche lontane dal paese d’origine, a voler essere infibulate dopo il parto e a far infibulare illegalmente le figlie nei Paesi in cui sono emigrate.
Continua a perpetuarsi lo scambio fra persona e società: la donna perde la propria individualità e i proprii diritti fondamentali, e in cambio viene accettata dal gruppo, riconosciuta degna di farne parte, al prezzo di altre innumerevoli rinunce e sofferenze; il prezzo dell’onore e la perdita dell’umanità, l’onore della famiglia in cambio della persona.





[youtube http://www.youtube.com/watch?v=cvHAecL6tnA]

OGNI 11 SECONDI



L’infibulazione viene praticata in società a carattere patriarcale, in cui la donna viene considerata un essere inferiore, con una sessualità da reprimere e da condannare: al di là di motivazioni religiose (l’infibulazione  è infatti praticata in società di religione islamica, cattolica, ebraica, politeista e allo stesso tempo condannata in ognuna di esse), la sessualità femminile è vista come un istinto impuro, che deve essere controllato: garantisce la verginità della donna, ne riduce il desiderio sessuale, impedisce la masturbazione. Nella maggior parte dei casi viene praticata sulle bambine dai 2 agli 8 anni.
La prima notte di nozze la donna viene deinfibulata per consentire la penetrazione, e reinfibulata dopo ogni parto per ripristinare la situazione prematrimoniale.
  
In questo modo una donna contribuisce a salvaguardare l’onore della famiglia, ne preserva l’integrità. E questa diventa una componente così essenziale della propria vita da far dimenticare il carattere di sevizia proprio dell’infibulazione, come violazione fondamentale dei diritti umani, per trasformarla invece nella discriminante fra onore e disonore, dimenticando così la sofferenza, la privazione della propria naturale sessualità, la naturale condizione di subordinazione che sta alla base di pratiche di questo genere La donna a questo punto ritiene naturale vivere privata della propria essenza e "persona", in favore della integrità e dell’onore familiare. Desidera essere infibulata per evitare l’emarginazione, perché la sua vita societaria possa essere uguale a quella delle altre donne, perché possa essere dolorosa come quella delle altre donne.
Nella tradizione le mutilazioni genitali femminili non sono considerate un atto di violenza sul minore, ma un segno di attenzione e cura della famiglia verso la bambina: la donna non escissa è stata una bambina di cui nessuno si è preso cura. Una donna non infibulata, anche se vergine, difficilmente può trovare marito

Durante il processo di guarigione viene inserita nella vagina una scheggia di legno per poter permettere il passaggio dell’urina e del sangue mestruale. A seconda dei diversi costumi, la fertà viene cucita con un filo di seta o con delle spine d’acacia.
Per aiutare la guarigione vengono arse sotto la ragazza delle erbe aromatiche tradizionali o della linfa essiccata, che sono spesso causa di infezioni violente.
In seguito all’operazione, le gambe della ragazza vengono legate e lei viene immobilizzata per diverse settimane finchè la ferita della vulva non guarisce.
Gli strumenti per compiere l’infibulazione sono spesso coltelli, lame di rasoi, forbici e pezzi di vetro. L’anestesia non viene quasi mai praticata.

"Pubertà" di E. Munch



scambio tra onore e societa':
Non c’è un prezzo da pagare alla società per acquistare una propria dimensione di esistenza.





Le conseguenze dell’infibulazione si proilungano per tutta la vita di una donna: dal rischio di morte per infezione dopo l’intervento (ed è un rischio molto alto) alla possibilità che l’operazione danneggi anche altri organi (nei villaggi viene effettuata dalle levatrici, inesperte delle pratiche chirurgiche), alle complicazioni al momento del parto che possono portare alla morte della madre e del figlio, alle inevitabili conseguenze di carattere psicologico.
Nonostante tutto questo le donne continuano ad essere infibulate, a voler essere infibulate anche lontane dal paese d’origine, a voler essere infibulate dopo il parto e a far infibulare illegalmente le figlie nei Paesi in cui sono emigrate.
Continua a perpetuarsi lo scambio fra persona e società: la donna perde la propria individualità e i proprii diritti fondamentali, e in cambio viene accettata dal gruppo, riconosciuta degna di farne parte, al prezzo di altre innumerevoli rinunce e sofferenze; il prezzo dell’onore e la perdita dell’umanità, l’onore della famiglia in cambio della persona.





[youtube http://www.youtube.com/watch?v=cvHAecL6tnA]

domenica 19 febbraio 2012

VIVERE UNA SOLA VITA
in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.
Conoscere una sola lingua
un solo lavoro
un solo costume
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione.


Leiman Abubakar fa parte di quell'1% di neonati strappati alla morte per fame nel Corno d'Africa.
Ci scusiamo per le immagini forti del video,ma la morte non e' mai bella e poetica.
 Dario,Laura,Maria Teresa,Alessandra,Tina,Franca e Francesca.
Perdonate noi tutti per non aver potuto fare di piu' nel vostro paese

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=7R58a_WPcqU&w=560&h=315]


vvb francesca

VIVERE UNA SOLA VITA
in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.
Conoscere una sola lingua
un solo lavoro
un solo costume
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione.


Leiman Abubakar fa parte di quell'1% di neonati strappati alla morte per fame nel Corno d'Africa.
Ci scusiamo per le immagini forti del video,ma la morte non e' mai bella e poetica.
 Dario,Laura,Maria Teresa,Alessandra,Tina,Franca e Francesca.
Perdonate noi tutti per non aver potuto fare di piu' nel vostro paese

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=7R58a_WPcqU&w=560&h=315]


vvb francesca