ci sono due cose che nessuno ti potrà mai strappare: ciò che sei e ciò che sai.

ci sono due cose che nessuno ti potrà mai strappare: ciò che sei e ciò che sai.

giovedì 2 dicembre 2010

Cari lettori vi annuncio che il post che state leggendo e' brutto..anzi bruttissimo.

Vi presento due siti,uno italico,l'altro made in USA.
Questi siti sono la collocazione che desideriamo per determinate signore del web......abbiamo trovato loro una casa,finalmente!!
brutti.com
grimm's ugly pictures

La bruttezza ,care signore, e' una cosa meravigliosa,o forse no,l'importante e' essere belli dentro...che ne dite? Fatto sta che molte belle persone sono brutte dentro e viceversa....ma che succede con quelle signore che fanno schifo fuori e sono ancora peggiori dentro???
Ma la vita e' troppo bella per pensarci,vero,cari amici? L'importante e' riderci su!!

mercoledì 1 dicembre 2010

Se vuoi qualcosa,vai e inseguila...PUNTO!

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=pwOLJi7aAmc&fs=1&hl=it_IT]

creativita' e amore

Per gli antichi greci gli uomini fondano la ragione per salvarsi dall’indifferenziato, che era antecedente
ed era il luogo degli dei. La ragione era necessaria per convivere, ma non per essere artisti. Folle è lo
scenario antecedente alla ragione, che ci difende da ciò che siamo originariamente, folli.
In effetti, al nostro interno siamo irrazionali, ad esempio quando dialoghiamo con noi stessi, mentre quando siamo insieme agli altri questa parte non la rendiamo pubblica, e ci produciamo razionali.
Abbiamo due dimensioni :singolare (io)  irrazionale; quella plurale (noi) razionali.,ma due follie si esprimono in amore poiche' solo allora non ci si intende in modo razionale, l’amore è potente e folle.
Ancora un esempio: ogni mattina ci svegliamo venendo dai sogni, il luogo dell’indifferenziato. In un
sogno posso essere contemporaneamente grande e piccolo, a casa mia e a New York, …, i sogni
rompono tutte le regole della ragione, sono la follia. E ci vuole tempo per recuperare la razionalità, ecco
perché al mattino compiamo molti rituali, per aiutarci nel passaggio.
La follia non è una cosa in cui si cade, perché da lì veniamo, solo dopo diventiamo capaci di razionalità e
ci restiamo attaccati, e quando non ce la facciamo più là ritorniamo. Anche i vecchi ritornano bambini,cioè folli. Non ha niente a che vedere con un raptus, è una follia sottostante, che è anche il fondo della nostra creativita'.
Giobbe cerca di fare ragionare Dio. È un uomo giusto, ma
gliene capitano di ogni sorta, la moglie lo abbandona, gli amici lo giudicano male e lui certo non lo merita. Ne chiede il perché a Dio, come mai, cerca di farlo ragionare. La risposta è tremenda, dov’eri,
dice Dio, quando io creavo la terra? È come dire, ma che domande mi fai, di cosa ti lamenti, della moglie, dei tuoi amici, con me? Dio non sta nella ragione, anche in questa cultura, lontanissima da
quella greca, dio sta nella follia.
La creatività significa scendere nella follia, e riemergere. Ma la riemersione non è garantita.
Jung, che era psicotico e che per questo era stato un ottimo terapeuta, diceva ai suoi allievi: anche se
vedete dov’è il male, non tutte le porte vanno aperte, perché il paziente potrebbe non riemergere più.
La ragione non crea niente, inventa solo regole. L’artista rischia, sacrifica se stesso e la sua vita, la
parola sacrificio ha una parentela con la parola sacro, legato  a differenziato.
Bisognerebbe avere una certa familiarità con la propria follia, perché da lì nasce il nuovo. C’è un altro
che parla dentro di noi, che andrebbe ascoltato. I poeti sono ascoltatori di un “esso” che parla dentro di
loro. Non è solo la base della nostra creatività, ma anche della nostra specificità, in fin dei conti siamo
tutti uguali nella razionalità, mentre nella irrazionalità siamo davvero diversi.
 Esiste duale (io e te)  di nuovo irrazionale, l’amore è mettere insieme le nostre follie "originali". 
 E poi l’amore,
contaminazione tra due follie, e in queste potersi intendere.

creativita' e amore

Per gli antichi greci gli uomini fondano la ragione per salvarsi dall’indifferenziato, che era antecedente
ed era il luogo degli dei. La ragione era necessaria per convivere, ma non per essere artisti. Folle è lo
scenario antecedente alla ragione, che ci difende da ciò che siamo originariamente, folli.
In effetti, al nostro interno siamo irrazionali, ad esempio quando dialoghiamo con noi stessi, mentre quando siamo insieme agli altri questa parte non la rendiamo pubblica, e ci produciamo razionali.
Abbiamo due dimensioni :singolare (io)  irrazionale; quella plurale (noi) razionali.,ma due follie si esprimono in amore poiche' solo allora non ci si intende in modo razionale, l’amore è potente e folle.
Ancora un esempio: ogni mattina ci svegliamo venendo dai sogni, il luogo dell’indifferenziato. In un
sogno posso essere contemporaneamente grande e piccolo, a casa mia e a New York, …, i sogni
rompono tutte le regole della ragione, sono la follia. E ci vuole tempo per recuperare la razionalità, ecco
perché al mattino compiamo molti rituali, per aiutarci nel passaggio.
La follia non è una cosa in cui si cade, perché da lì veniamo, solo dopo diventiamo capaci di razionalità e
ci restiamo attaccati, e quando non ce la facciamo più là ritorniamo. Anche i vecchi ritornano bambini,cioè folli. Non ha niente a che vedere con un raptus, è una follia sottostante, che è anche il fondo della nostra creativita'.
Giobbe cerca di fare ragionare Dio. È un uomo giusto, ma
gliene capitano di ogni sorta, la moglie lo abbandona, gli amici lo giudicano male e lui certo non lo merita. Ne chiede il perché a Dio, come mai, cerca di farlo ragionare. La risposta è tremenda, dov’eri,
dice Dio, quando io creavo la terra? È come dire, ma che domande mi fai, di cosa ti lamenti, della moglie, dei tuoi amici, con me? Dio non sta nella ragione, anche in questa cultura, lontanissima da
quella greca, dio sta nella follia.
La creatività significa scendere nella follia, e riemergere. Ma la riemersione non è garantita.
Jung, che era psicotico e che per questo era stato un ottimo terapeuta, diceva ai suoi allievi: anche se
vedete dov’è il male, non tutte le porte vanno aperte, perché il paziente potrebbe non riemergere più.
La ragione non crea niente, inventa solo regole. L’artista rischia, sacrifica se stesso e la sua vita, la
parola sacrificio ha una parentela con la parola sacro, legato  a differenziato.
Bisognerebbe avere una certa familiarità con la propria follia, perché da lì nasce il nuovo. C’è un altro
che parla dentro di noi, che andrebbe ascoltato. I poeti sono ascoltatori di un “esso” che parla dentro di
loro. Non è solo la base della nostra creatività, ma anche della nostra specificità, in fin dei conti siamo
tutti uguali nella razionalità, mentre nella irrazionalità siamo davvero diversi.
 Esiste duale (io e te)  di nuovo irrazionale, l’amore è mettere insieme le nostre follie "originali". 
 E poi l’amore,
contaminazione tra due follie, e in queste potersi intendere.

martedì 30 novembre 2010

Cari amici,
questo e' il mio nuovo amico..(.il terzo per la verita'),volevo presentarvelo..con tutti gli onori che si merita.
Ancora non ha un nome.Mi volete suggerire qualcosa..per favore?E' piccolissimo e si meriterebbe un nome da grande condottiero.
Oggi sono piu' contenta del solito,non solo perche' si e' aggiunto un amorino cosi' alla mia famiglia,ma anche perche' ho avuto la conferma che il mio tenace e quasi feroce ottimismo verso la vita ha sempre delle conferme.
POI VI RACCONTERO'........vvb  francesca
Cari amici,
questo e' il mio nuovo amico..(.il terzo per la verita'),volevo presentarvelo..con tutti gli onori che si merita.
Ancora non ha un nome.Mi volete suggerire qualcosa..per favore?E' piccolissimo e si meriterebbe un nome da grande condottiero.
Oggi sono piu' contenta del solito,non solo perche' si e' aggiunto un amorino cosi' alla mia famiglia,ma anche perche' ho avuto la conferma che il mio tenace e quasi feroce ottimismo verso la vita ha sempre delle conferme.
POI VI RACCONTERO'........vvb  francesca

lunedì 29 novembre 2010

WikiLeaks mette a nudo la diplomazia Usa: l'Onu spiata, i festini di Berlusconi e le bombe per l'Iran

La Casa Bianca di Barack Obama trema per le possibili ripercussioni diplomatiche che potrebbe avere l'ultima fuga di notizie (leaks) a cura di WikiLeaks, il sito antagonista di Julian Assange specializzato nel pubblicare online documenti, diari, dispacci più o meno segreti carpiti dai server dell'Amministrazione americana (probabilmente grazie all'aiuto dell'analista dei servizi Bradley Manning, ora agli arresti).

Dopo la pubblicazione dei brogliacci di guerra in Afghanistan, WikiLeaks ha reso di dominio pubblico su scala planetaria 250mila documenti inviati tra il 2006 e l'inizio 2009 al Dipartimento di Stato da 270 tra ambasciate e consolati americani sparsi in giro per il mondo. I documenti sono stati prima girati al New York Times, al Guardian di Londra, a El Pais, a Le Monde e allo Spiegel. A tarda sera sono apparsi anche sul sito di WikiLeaks, che nel pomeriggio sarebbe stato oggetto di attacchi informatici. Sabato il sito del settimanale tedesco aveva messo online per errore la notizia che la pubblicazione sarebbe iniziata domenica sera alle 22.30. Ma è stato il New York Times, intorno alle 19 italiane, ad anticipare i primi documenti.

La rivelazione più importante, secondo il quotidiano newyorchese, è la richiesta saudita agli americani – autorevolmente espressa dal Re Abdullah – di bombardare l'Iran, in modo da fermare una volta per tutte il progetto nucleare degli ayatollah sciiti. Niente di sconvolgente, in realtà. Si sapeva da tempo che i paesi arabi chiedevano un intervento armato per fermare l'Iran. Tra gli estratti dai documenti riservati c'è anche un'altra notizia imbarazzante per la Casa Bianca: «I diplomatici degli Stati Uniti hanno ricevuto l'ordine da parte del Dipartimento di Stato Usa di spiare l'Onu», enfatizza El Pais. «Il Dipartimento di Stato, dallo scorso anno, ha chiesto ai funzionari di 38 ambasciate e missioni diplomatiche documentazione e informazioni sulle Nazioni Unite, incluso il segretario generale», Ban Ki Moon. La nota è stata inviata alle ambasciate americane da Amman a Berlino fino a Zagabria.

Sul premier italiano, invece, c'è la segnalazione dei diplomatici americani della forte alleanza tra Vladimir Putin, primo ministro russo, e Silvio Berlusconi, fatta di «regali lussuosi» e contratti energetici. Il documento, scrive il Times, parla anche di un faccendiere italiano che parla russo e di Berlusconi diventato «il portavoce di Putin in Europa».Una relazione straordinariamente stretta, quella fra Putin e il primo ministro italiano, che include «regali generosi» e contratti energetici redditizi. Gli Stati Uniti appaiono poi preoccupati per l'intesa tra Eni e Gazprom su Southstream, il mega-gasdotto che collegherà Russia ed Europa.

fare discutere c'è il riferimento, nei documenti, alle «feste selvagge di Berlusconi» e a una serie di giudizi assai taglienti dell'incaricata d'affari americana a Roma, Elizabeth Dibble, sul presidente del consiglio italiano: «Suscita a Washington sfiducia profonda» ed è «incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno». Berlusconi, scrive Dibble, è un capo di governo «fisicamente e politicamente debole» le cui «frequenti lunghe nottate e l'inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza».
Non ci sono solo le «feste selvagge» di Berlusconi nei file segreti pubblicati da WikiLeaks, ma anche giudizi su altri leader. «Putin è autoritario e machista», scrivono i diplomatici stanutenitensi nelle proprie comunicazioni riservate. «Gheddafi usa il botox ed è un vero ipocondriaco», al punto da far filmare i propri esami clinici per potersi consultare con più dottori diversi. Secondo i rapporti inviati dalla diplomazia americana a Washington, il leader libico (che riceverà lunedì Berlusconi per la sesta dal 2008) è visto «raramente» senza la compagnia di Galyna Kolotnytska, la «sua infermiera ucraina», descritta come una «bionda voluttuosa».
Quanto a «Sarkozy va tenuto sotto stretta sorveglianza», per prevenire eventuali iniziative politiche anti-americane. Angela Merkel è descritta come una leader «poco creativa» che «evita i rischi», una politica che preferisce «restare in retroguardia per conoscere gli equilibri delle forze». Mentre «Hu Jintao lotta per il potere in Asia» e la supremazia regionale della Cina è data per acquisita. I diplomatici americani scrivono, tra l'altro, che il presidente venezuelano Hugo Chavez va isolato e che la Turchia è impegnata in una sorta di doppio gioco tra Europa e Iran.

grandi giornali internazionali che hanno ricevuto il materiale fanno benissimo a valutarlo, confrontarlo con l'Amministrazione Obama e poi a pubblicarlo, ma l'obiettivo di Julian Assange non è quello di informare. Non è un giornalista. Non è un paladino dell'informazione. Il contenuto di quei documenti non gli interessa. Ciò che gli interessa è il numero sempre più alto di violazioni al fortino americano – 92 mila documenti la prima volta, ora 250 mila – non che cosa ci sia scritto dentro quei dispacci.

A fare notizia non è il contenuto, ma il contenitore. Il successo di WikiLeaks si misura sulla bravata internettiana, sull'anonimato ricattatore, sullo sberleffo al potere. Anche perché, a leggerli davvero, i primi brogliacci di WikiLeaks raccontavano che i morti in Iraq erano certamente stati moltissimi, come si sapeva, ma meno di quanto si temeva e, peraltro, a grandissima maggioranza uccisi da terroristi sunniti e milizie sciite.

Quei documenti svelavano anche che i detenuti iracheni stavano meglio quando le prigioni erano gestite dagli americani (responsabili di Abu Ghraib) e che l'Iran è stato il maggior responsabile della carneficina irachena, a dimostrazione che Bush non aveva esagerato il ruolo nefasto di Teheran nel causare il caos in Mesopotamia.

L'obiettivo di Assange non è nemmeno quello di promuovere la pace, come ha fatto notare sul New York Times Andrew Exum, analista militare dell'obamiano Center for a New American Security. Le critiche ad Assange sono arrivate anche da cinque associazioni in difesa dei diritti umani (da Amnesty International alla Open Society di George Soros), preoccupate che le precedenti rivelazioni di WikiLeaks avessero messo in pericolo la vita di quegli afghani che, aiutando gli americani, si battono perché il loro paese possa avere un futuro senza talebani. L'obiettivo unico di Assange e WikiLeaks è imbarazzare l'Amministrazione americana guidata peraltro dal Premio Nobel per la Pace, di farla fuggire a gambe levate dall'Afghanistan, di assestarle un colpo letale.

domenica 28 novembre 2010

kill o impe?


Cattiva e brutta  è Maga Magò, personaggio  dello storico cartone animato Disney La spada nella roccia quando vuole uccidere Semola, futuro Re Artù momentaneamente trasformato in uccellino. Ma in realtà Maga Magò è inoffensiva, sarà neutralizzata dalla varicella, ridotta per punizione a prendere aria buona e sole.
 Magari la cattiveria femminile fosse amabile, simpatica e rotonda come Magò, e fosse indagabile, narrabile e analizzabile a sé stante, senza faticosi e sfuggenti intrecci con altri sentimenti ed emozioni. Non è così: la cattiveria, quella femminile in particolare, è complicata, perversamente affascinante, agghiacciante, sorprendente, e al contrario a volte prevedibile. Lontane dai cartoni le donne cattive di Abu Graib hanno meravigliato alcune, come se in parte ci fosse sfuggito che il reato femminile per eccellenza, il gesto che suscita più sgomento, da Medea in poi, è la soppressione, per follia, bisogno, ignoranza, disperazione delle creature indifese.
Alcune donne hanno alimentato con la loro peculiare cattiveria la fonte della malvagità, della violenza, dell’ingiustizia.
.Gli uomini  spesso hanno incrementato il mito di una ‘naturale’ bontà femminile, forse, come suggerisce Simone de Beauvoir, per celare il fatto che “la superiorità è stata concessa al popolo che procrea, e non a quello che uccide”. 

kill o impe?

Cattiva e brutta  è Maga Magò, personaggio  dello storico cartone animato Disney La spada nella roccia quando vuole uccidere Semola, futuro Re Artù momentaneamente trasformato in uccellino. Ma in realtà Maga Magò è inoffensiva, sarà neutralizzata dalla varicella, ridotta per punizione a prendere aria buona e sole.
 Magari la cattiveria femminile fosse amabile, simpatica e rotonda come Magò, e fosse indagabile, narrabile e analizzabile a sé stante, senza faticosi e sfuggenti intrecci con altri sentimenti ed emozioni. Non è così: la cattiveria, quella femminile in particolare, è complicata, perversamente affascinante, agghiacciante, sorprendente, e al contrario a volte prevedibile. Lontane dai cartoni le donne cattive di Abu Graib hanno meravigliato alcune, come se in parte ci fosse sfuggito che il reato femminile per eccellenza, il gesto che suscita più sgomento, da Medea in poi, è la soppressione, per follia, bisogno, ignoranza, disperazione delle creature indifese.
Alcune donne hanno alimentato con la loro peculiare cattiveria la fonte della malvagità, della violenza, dell’ingiustizia.
.Gli uomini  spesso hanno incrementato il mito di una ‘naturale’ bontà femminile, forse, come suggerisce Simone de Beauvoir, per celare il fatto che “la superiorità è stata concessa al popolo che procrea, e non a quello che uccide”.