ci sono due cose che nessuno ti potrà mai strappare: ciò che sei e ciò che sai.

ci sono due cose che nessuno ti potrà mai strappare: ciò che sei e ciò che sai.

sabato 25 settembre 2010

LONTANO LONTANO


Lontano lontano nel tempo
qualche cosa 

                                                                 
negli occhi di un altra
ti farà ripensare ai miei occhi
i miei occhi che t'amavano tanto
E lontano lontano nel mondo
in un sorriso
sulle labbra di un altra
troverai quella mia timidezza
per cui tu
mi prendevi un po' in giro
E lontano lontano nel tempo
l'espressione
di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l'aria triste che tu amavi tanto
E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altra
e ad un tratto
chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano


l.tenco

spem contra spem

buongiorno giorno......

images <!-- -->
 
i colori della vita...li vediamo ogni giorno,,,ma non li seguiamo con la via del cuore
sentimi ora che sono triste,,,sentimi ora che sono sola...

ADDIO AMORE....
CIAO




IL MIO GATTO

la contessa di ricotta

libro straordinariamente delicato e suggestivo.
Lungo racconto di due solitudini che si incontrano e si aggrappano l'una all'altra .. una vita da fanciulla trascorsa in un attimo che rimane sospeso in tutta l'ingeniuta',l'innocenza e la bonta' della protagonista.
Veramente un'utopia incontrare oggi persone cosi'......ho letto un murales oggi..proviamo ad essere felici,se non altro per dare l'esempio

lunedì 20 settembre 2010

Un uomo, il sesso, un blog

Nick, il 'tombeur' del web





LO CHIAMA "un indimenticabile esperimento socio-erotico". Che per lui sia stato indimenticabile è fuor di dubbio. Rimorchiare cinquantadue ragazze via chat (in un anno) e riuscire a portarsene al letto più della metà non è che te lo dimentichi come l'ombrello al supermercato. Quel che rende l'esperienza incancellabile anche per le cinquantadue di cui sopra è che loro, e i loro "accessori", soprattutto le loro performance sono state votate, classificate e strombazzate in un libro - il furbacchione - uscito in Francia, Des souris & un homme, e ora in Italia. Con un titolo un po' alla Pippo Franco, Me la dai la mail? (Salani), reportage di un anno di "acchiappo" sul web.

L'autore è Lewis Wingrove, 44 anni. E' nato in Inghilterra, vive a Lione, due figlie da un matrimonio fallito. Visto che pure con il lavoro (fa il pubblicitario freelance) le cose non andavano granché bene, ha pensato di partecipare a un'attività condivisa da 40 milioni di single in Europa: chattare. Cercando però di trarne qualche beneficio. Sennò che creativo sarebbe.

In principio fu un sito di incontri online. Wingrove scelse il nickname "Nick". Che detto così è banale ma in francese suona come niquer, cioè uno che fa sesso spesso, volentieri e con competenza. Poi venne il blog, jeniquecestmythique (ora chiuso, ovviamente, altrimenti a che serve aver scritto un libro?), quasi tre milioni di visite nei primi quattro mesi del 2005.

Lì, Wingrove pubblicò le schede delle "vittime". Che rimorchiava grazie - sostiene - ad alcuni banali accorgimenti. Tipo: curare bene la propria scheda di presentazione (in chat), dare il primo appuntamento al bar, non al ristorante, così se non ti piace non te la devi cibare per una serata intera, ricordarsi "quelle cose alle quali le donne tengono, i loro gusti, particolari insignificanti". Le regole del gioco: la possibilità di vedere subito una foto, di telefonarsi quasi subito, di incontrarsi entro una settimana dal contatto.

Lui quei "particolari insignificanti" li mandava a memoria registrandoli su nastro. "Se hai a che fare in contemporanea con 25 relazioni, è l'unico modo per ricordarti che Veronique ha un figlio che gioca a tennis, che Marie ha una macchina diesel...". Quelle note erano il primo passo verso le classifiche, dalle quali Wingrove è ossessionato (Nick Hornby docet).

Voti a stelline, come al cinema. Per categorie. Lingerie, seno, sedere, performance sessuali (quali e come), tasso di charme, look, grado di tenerezza e complicità sono solo alcune. Difficile trovare qualcosa di più politicamente scorretto. "Lo so che è brutale - dice Wingrove - ma è quel che fanno tutti, anche le donne, dopo un appuntamento: dare le pagelle".

Numeri di una meticolosità da far invidia all'Istat. Cinquantadue abbordate (in media 40 anni) fra agosto 2004 e agosto 2005. Con il 52% ci è andato al letto, con il 42% nulla, con il 6% solo flirt. Di quelle 27 con cui ha fatto sesso, il 63% ha ceduto subito, il 15% entro 24 ore, il 22% pochi giorni dopo. Nel 77% dei casi, a prendere l'iniziativa sono state le ragazze. Tredici erano brune, 8 bionde, 4 castane, 2 rosse. Due "scopate atomiche" (le ricorda così), 15 "eccellenti", 12 "soddisfacenti", 3 "disastri". Quindici sono diventate sue amiche, 4 amiche "carissime". Con 2 ha avuto storie d'amore. Finite, entrambe.

Successo fra le lenzuola ma anche fra le pagine dei giornali. Per il Times è "Il Casanova inglese che sta intrigando la Francia", per Libération "Il più grande amatore del web", Elle Magazine lo ha definito "più furbo che volgare". E poi è arrivato il libro, e anche un forum, jnsmforum.com. L'amore, invece, non è arrivato ancora. Perché con la popolarità, "Nick" ha mostrato la faccia. E uno così, se lo riconosci, lo eviti.

articolo su repubblica.it: click!

Chat: un milione di donne «tradisce» sul web

Non è solo «moda»: entrano componenti psicologiche come la tristezza, la solitudine o la scarsa comprensione con il partner.   
ROMA - «Chattare» è un po' tradire. Non si tratta però solo di «moda», ma entrano componenti psicologiche come la tristezza, la solitudine o la scarsa comprensione con il partner. Ma chi tradisce? Le donne, ovviamente, soprattutto le laureate, visto che sono circa il 60-70% degli utenti delle chat online. Lo ha sostenuto il professor Cantelmi, presidente dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici italiani, intervenendo al 26mo Congresso internazionale della società italiana di psicologia (Sips) a Roma. Cantelmi ha riportatTonino o i dati di uno studio osservazionale della società italiana di terapia cognitivo-interpersonale, in dieci siti chat su 260 persone.
TRE MILIONI DI PERSONE IN CHAT - In Italia sono circa 3 milioni le persone abituali delle chat sul web. «Il 60% delle donne ha una relazione primaria con il marito o partner. Il 70% di loro (oltre un milione), con un'età compresa tra i 20 e 45 anni, cerca uno o più partner in rete solo per affetto, per non sentirsi sole», ha affermato il professore. «Gli uomini invece chattano alla ricerca di una compagna di rete esclusivamente per sesso, infatti sette uomini su dieci chiedono di incontrare la donna con la qualche si scambiano parole d'affetto, d'amore virtuale». Cantelmi ha inoltre ricordato che «il tradimento» in rete sfocia talvolta nel divorzio reale.
DONNE «SOLE IN COPPIA» - «Queste donne sono "sole in coppia" e cercano in rete l'anima gemella ma non per sesso, soltanto per essere ascoltate e quindi comprese», ha aggiunto lo psicologo. «Le donne spesso cambiano partner in rete e si confidano con altri uomini, ma evitano quasi sempre di incontrarlo e quando le richieste dell'uomo si fanno insistenti, cambiano partner virtuale», ha aggiunto Cantelmi mettendo in evidenza la pericolosità dalla «rete» per i più piccoli.
 ATTENZIONE AI PIÙ PICCOLI - «L'8% dei bambini tra 6 e 11 anni sono soli in casa e il 30% chatta in rete, via internet, al telefono o usa i videogiochi. Quando chatta il 10% dei bambini entra in contatto con adulti in "conoscenze pericolose"», ha concluso lo psicologo.

Chat: un milione di donne «tradisce» sul web

Non è solo «moda»: entrano componenti psicologiche come la tristezza, la solitudine o la scarsa comprensione con il partner.   
ROMA - «Chattare» è un po' tradire. Non si tratta però solo di «moda», ma entrano componenti psicologiche come la tristezza, la solitudine o la scarsa comprensione con il partner. Ma chi tradisce? Le donne, ovviamente, soprattutto le laureate, visto che sono circa il 60-70% degli utenti delle chat online. Lo ha sostenuto il professor Cantelmi, presidente dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici italiani, intervenendo al 26mo Congresso internazionale della società italiana di psicologia (Sips) a Roma. Cantelmi ha riportatTonino o i dati di uno studio osservazionale della società italiana di terapia cognitivo-interpersonale, in dieci siti chat su 260 persone.
TRE MILIONI DI PERSONE IN CHAT - In Italia sono circa 3 milioni le persone abituali delle chat sul web. «Il 60% delle donne ha una relazione primaria con il marito o partner. Il 70% di loro (oltre un milione), con un'età compresa tra i 20 e 45 anni, cerca uno o più partner in rete solo per affetto, per non sentirsi sole», ha affermato il professore. «Gli uomini invece chattano alla ricerca di una compagna di rete esclusivamente per sesso, infatti sette uomini su dieci chiedono di incontrare la donna con la qualche si scambiano parole d'affetto, d'amore virtuale». Cantelmi ha inoltre ricordato che «il tradimento» in rete sfocia talvolta nel divorzio reale.
DONNE «SOLE IN COPPIA» - «Queste donne sono "sole in coppia" e cercano in rete l'anima gemella ma non per sesso, soltanto per essere ascoltate e quindi comprese», ha aggiunto lo psicologo. «Le donne spesso cambiano partner in rete e si confidano con altri uomini, ma evitano quasi sempre di incontrarlo e quando le richieste dell'uomo si fanno insistenti, cambiano partner virtuale», ha aggiunto Cantelmi mettendo in evidenza la pericolosità dalla «rete» per i più piccoli.
 ATTENZIONE AI PIÙ PICCOLI - «L'8% dei bambini tra 6 e 11 anni sono soli in casa e il 30% chatta in rete, via internet, al telefono o usa i videogiochi. Quando chatta il 10% dei bambini entra in contatto con adulti in "conoscenze pericolose"», ha concluso lo psicologo.

CRONACA

 

 

 

Narcotizzava e violentava donne conosciute in chat: arrestato un radiologo

Il 50enne, spacciandosi per un'importante medico, prometteva trattamenti di favore per degli accertamenti. Al momento dell'incontro però, addormentava le vittime che si svegliavano seminude e con segni d'abuso

di Redazione - 03/11/2009
Adescava le sue vittime sul web, si fingeva un famoso medico, prometteva trattamenti di favore per accertamenti e visite varie e poi, dopo averle narcotizzata, violentava le donne che cascavano nel tranello. L'orrido meccanismo è stato però stroncato dai Carabinieri di via in Selci che hanno arrestato questa mattina quello che in realtà era un tecnico radiologo di 50 anni.

L'uomo è accusato di sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni personali. In casa dell'arrestato sono state sequestrate 3 cartelle contenenti gli esiti di mammografie eseguite su altrettante donne, 25 flaconi di benzodiazepina, 2 macchine fotografiche digitali, 3 computer e 30 cd rom il cui contenuto è in corso di verifica.

Le indagini dei carabinieri sono iniziate dopo la denuncia di una giovane albanese che a gennaio era stata avvicinata occasionalmente dall'uomo. Lui, spacciandosi come un affermato dottore aveva offerto alla donna la sua disponibilità per ogni tipo di esigenza medico-sanitaria nell'ospedale dove lavorava. Subito dopo però l'aveva narcotizzata sciogliendo farmaci contenenti benzodiazepina in un caffè che le aveva offerto al bar.

La donna da quel momento non ricordava più cosa fosse successo e si era risvegliata l'indomani seminuda in un letto all'interno di una abitazione di Roma risultata poi legata al radiologo oggi arrestato. Stessa situazione si è ripresentata con donna di 40 anni che ha conosciuto il radiologo tramite chat.

Dopo le denunce i carabinieri hanno intuito di trovarsi di fronte ad un maniaco seriale. Secondo i militari è possibile che il 50enne abbia colpito anche in altre occasioni. Per questa ragione è stato lanciato un appello alle eventuali vittime a denunciare situazioni del genere.



CRONACA

 

 

 

Narcotizzava e violentava donne conosciute in chat: arrestato un radiologo

Il 50enne, spacciandosi per un'importante medico, prometteva trattamenti di favore per degli accertamenti. Al momento dell'incontro però, addormentava le vittime che si svegliavano seminude e con segni d'abuso

di Redazione - 03/11/2009
Adescava le sue vittime sul web, si fingeva un famoso medico, prometteva trattamenti di favore per accertamenti e visite varie e poi, dopo averle narcotizzata, violentava le donne che cascavano nel tranello. L'orrido meccanismo è stato però stroncato dai Carabinieri di via in Selci che hanno arrestato questa mattina quello che in realtà era un tecnico radiologo di 50 anni.

L'uomo è accusato di sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni personali. In casa dell'arrestato sono state sequestrate 3 cartelle contenenti gli esiti di mammografie eseguite su altrettante donne, 25 flaconi di benzodiazepina, 2 macchine fotografiche digitali, 3 computer e 30 cd rom il cui contenuto è in corso di verifica.

Le indagini dei carabinieri sono iniziate dopo la denuncia di una giovane albanese che a gennaio era stata avvicinata occasionalmente dall'uomo. Lui, spacciandosi come un affermato dottore aveva offerto alla donna la sua disponibilità per ogni tipo di esigenza medico-sanitaria nell'ospedale dove lavorava. Subito dopo però l'aveva narcotizzata sciogliendo farmaci contenenti benzodiazepina in un caffè che le aveva offerto al bar.

La donna da quel momento non ricordava più cosa fosse successo e si era risvegliata l'indomani seminuda in un letto all'interno di una abitazione di Roma risultata poi legata al radiologo oggi arrestato. Stessa situazione si è ripresentata con donna di 40 anni che ha conosciuto il radiologo tramite chat.

Dopo le denunce i carabinieri hanno intuito di trovarsi di fronte ad un maniaco seriale. Secondo i militari è possibile che il 50enne abbia colpito anche in altre occasioni. Per questa ragione è stato lanciato un appello alle eventuali vittime a denunciare situazioni del genere.



novita' nel web

 
 
 
 
 Tempo di fare un bilancio sui browser più utilizzati nel mese di agosto del 2010. Come è facile immaginare la prima posizione è occupata da Internet explorer, il quale riesce a conquistare il 60,40 per cento della fetta di mercato globale. Il browser di proprietà della Microsoft nonostante la percentuale lusinghiera e la prima posizione non può di certo gioire: rispetto a quasi un anno fa ha perso oltre 4 punti percentuali.
Il secondo posto è occupato da Firefox, in questo caso la sua percentuale si aggira sul 23 per cento. Anche per “la volpe di fuoco” c’è poco da gioire: sono all’incirca 2 i punti percentuali in meno rispetto al mese di ottobre del 2009.
Chi invece può dirsi soddisfatto dei risultato ottenuti è Chrome. Il browser di proprietà Google è arrivato a conquistare il 7,52 per cento, avanzando di quasi 4 punti rispetto ad ottobre 2009. Stessa cosa si può dire per Safari, il quale conquista la quarta posizione con il 5,16 per cento, aggiungendo un + 1 rispetto alla rilevazione di un anno fa.
La quinta posizione spetta ad Opera con il 2,37 per cento, in questo caso il browser avanza di pochissimo se si considerano i dati di qualche mese fa.    
PING

È il nuovo (anzi, nuovissimo) arrivato in casa Apple, ma sembra già avere lo stesso successo dei prodotti lanciati dalla società di con sede a Cupertino. Sono passate meno di 48 ore dal lancio di Ping, il portale che può essere considerato come un incrocio tra un social network e iTunes, e già il contatore degli iscritti segna più di un milione di presenze. Il dato è destinato ad aumentare se si prendono in considerazione le parole di Eddy Cue (Vice Presidente dei servizi internet per Apple), il quale ha così parlato della nuova creatura “della mela”: “Poiché molte altre persone scaricheranno iTunes 10 nelle prossime settimane, prevediamo che la comunità Ping continuerà a crescere”. Fino ad ora un terzo dei frequentatori di iTunes store ha deciso di iscriversi alla novità lanciata da Steve Jobs, non male per un prodotto che è nato nel vero senso della parola “testé”.
Il social-music-network di Apple consente di seguire gli artisti preferiti, di ascoltare nuovi brani musicali, di parlare di 7 note insieme ad altri appassionati, di far presente agli amici a quali concerti si ha intenzione di partecipare e, non da ultimo, verrà data la possibilità di scaricare canzoni com’è tradizione iTunes vuole



.Twitter, nel campo dei social network, è considerato l’eterno secondo di Facebook. Al portale di microblogging tale definizione sta stretta, e non gli si può dare torto guardando i dati raccolti ad agosto 2010. Partiamo con il dire che soltanto nel mese del sol leone i tweet pubblicati all’interno della piattaforma sono arrivati ad essere più di 2,6 miliardi, segnando un + 33 per cento di messaggi rispetto alla rilevazione di maggio 2010.
Se invece si prende in considerazione la rilevazione di inizio anno i numeri si fanno impressionanti: l’attività degli utenti segna + 115 per cento. Sul fronte iscritti siamo ancora lontani dagli oltre 500 milioni di Facebook, ma nonostante tutto i 145 milioni di Twitter sono una cifra da tenere in considerazione.
Evan Williams, co-fondatore e CEO di Twitter, ha spiegato che le ragioni di questo aumento esponenziale del successo del social network cinguettante è dovuto all’applicazione per telefoni cellulari che ha contribuito a far iscrivere nuovi utenti, magari che non avevano mai pensato prima di creare un account. C’è da considerare anche che da metà aprile le persone che si sono collegate a Twitter dal telefonino sono cresciute del 62 per cento.
Prima o poi Twitter riuscirà a detronizzare Facebook?


Ultimamente tra Facebook e Greenpeace c’è qualcosa che non va. L’associazione senza fini di lucro ha accusato il social network di proprietà di Mark Zuckerberg di essere poco incline al rispetto dell’ambiente. Tutto ha inizio dalla costruzione da parte dell’aggregatore sociale più famoso al mondo di un server dalle dimensioni mastodontiche in Oregon (si sa, il successo e i profitti aumentano a vista d’occhio quando si parla di Facebook). Greenpeace ha effettuato alcune ricerche sul consumo di energia elettrica di questo nuovo server: secondo l’organizzazione non governativa la nuova installazione si alimenta attraverso sproporzionate quantità di carbone.
Kumi Naidoo, Executive Director di Greenpeace International, ha immediatamente contattato il team di Facebook per far presente come sia sbagliato per una società nata relativamente da poco, con a capo un giovane come Zuckerberg e con dei mezzi tecnologici all’avanguardia possa utilizzare una fonte di energia desueta come lo è il carbone.
La risposta da parte di Facebook non si è fatta attendere, Barry Schnitt ha precisato che, prima dell’installazione del nuovo server, sono state fatte tutte le rilevazioni del caso. “Non è stata riscontrata nessuna anomalia” ha dichiarato il responsabile delle politiche di comunicazione di Facebook, concludendo che tutte è a norma di legge. Lo scontro tra Greenpeace e Facebook è destinato ad inasprirsi?


La top 5 dei motori di ricerca: Google è in vetta, Yahoo cala


La società di ricerca Nielsen ha pubblicato la top 5 dei motori di ricerca più utilizzati. È inutile dire che in vetta alla classifica ci sono davvero poche sorprese, è Google il search engine a farla da padrone quando si tratta di cercare informazioni nella rete. È il colosso di Mountain View ad aggiudicarsi la fetta più grande nella torta delle ricerche su Internet: si aggiudica più della metà del totale, per essere precisi il 64,2 per cento.
In seconda posizione si piazza il motore di ricerca targato Yahoo! con il 14,3 per cento. Nonostante la medaglia d’argento c’è poco da festeggiare in quel di Sunnyvale, infatti rispetto ai dati del passato il search engine è calato di 3 punti percentuali (risultava possedere il 17 per cento dell’intera quota di mercato).
Chi invece stappa le bottiglie di champagne è Bing, il quale assottiglia sempre di più la distanza con Yahoo. In questa rilevazione risulta essere in possesso del 13,6 per cento dell’intera fetta di mercato, nella precedente invece risultava essere possessore “solo” del 9 per cento.
Alle restanti due posizioni non resta che accontentarsi delle briciole: al quarto posto si piazza il search di Ask.com con il 2,1 per cento; mentre per il search di AOL non resta che accontentarsi  della quinta posizione con l’1,9 per cento.


Refugees United: il social network per i rifugiati
Non sempre la parola social network è sinonimo di divertimento e futilità, da qualche tempo a questa parte stanno nascendo degli aggregatori sociali che hanno lo scopo di dare un aiuto concreto e di qualunque genere agli utenti di Internet. Uno di questi si chiama Refugees United ed è il primo social network creato appositamente per i rifugiati, nel quale le persone potranno usare il cellulare per registrarsi, ricercare amici e famigliari e successivamente ricollegarsi a una base dati anonima tramite Sms.
Refugees United ha ricevuto il benestare dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati. David Mikkelsen,  uno dei fondatori del social network, ha così descritto il progetto: “Perdere i contatti con i propri cari nel corso di una crisi anche per un solo giorno può essere dannoso per il benessere emotivo e psicologico di una persona. Con l’attuazione di questo programma, ci proponiamo di allestire l’UNHCR e altre ONG con un potente strumento di collaborazione, così come dare la possibilità ai rifugiati di collaborare nella ricerca dei familiari dispersi”.
Per poter utilizzare la piattaforma social in questione non sarà necessario collegarsi sul web, basterà possedere un telefono cellulare con il quale sarà possibile ricevere Sms che avranno lo scopo di aggiornare la persona rifugiata sullo stato dei propri cari.

novita' nel web

 
 
 
 
 Tempo di fare un bilancio sui browser più utilizzati nel mese di agosto del 2010. Come è facile immaginare la prima posizione è occupata da Internet explorer, il quale riesce a conquistare il 60,40 per cento della fetta di mercato globale. Il browser di proprietà della Microsoft nonostante la percentuale lusinghiera e la prima posizione non può di certo gioire: rispetto a quasi un anno fa ha perso oltre 4 punti percentuali.
Il secondo posto è occupato da Firefox, in questo caso la sua percentuale si aggira sul 23 per cento. Anche per “la volpe di fuoco” c’è poco da gioire: sono all’incirca 2 i punti percentuali in meno rispetto al mese di ottobre del 2009.
Chi invece può dirsi soddisfatto dei risultato ottenuti è Chrome. Il browser di proprietà Google è arrivato a conquistare il 7,52 per cento, avanzando di quasi 4 punti rispetto ad ottobre 2009. Stessa cosa si può dire per Safari, il quale conquista la quarta posizione con il 5,16 per cento, aggiungendo un + 1 rispetto alla rilevazione di un anno fa.
La quinta posizione spetta ad Opera con il 2,37 per cento, in questo caso il browser avanza di pochissimo se si considerano i dati di qualche mese fa.    
PING

È il nuovo (anzi, nuovissimo) arrivato in casa Apple, ma sembra già avere lo stesso successo dei prodotti lanciati dalla società di con sede a Cupertino. Sono passate meno di 48 ore dal lancio di Ping, il portale che può essere considerato come un incrocio tra un social network e iTunes, e già il contatore degli iscritti segna più di un milione di presenze. Il dato è destinato ad aumentare se si prendono in considerazione le parole di Eddy Cue (Vice Presidente dei servizi internet per Apple), il quale ha così parlato della nuova creatura “della mela”: “Poiché molte altre persone scaricheranno iTunes 10 nelle prossime settimane, prevediamo che la comunità Ping continuerà a crescere”. Fino ad ora un terzo dei frequentatori di iTunes store ha deciso di iscriversi alla novità lanciata da Steve Jobs, non male per un prodotto che è nato nel vero senso della parola “testé”.
Il social-music-network di Apple consente di seguire gli artisti preferiti, di ascoltare nuovi brani musicali, di parlare di 7 note insieme ad altri appassionati, di far presente agli amici a quali concerti si ha intenzione di partecipare e, non da ultimo, verrà data la possibilità di scaricare canzoni com’è tradizione iTunes vuole



.Twitter, nel campo dei social network, è considerato l’eterno secondo di Facebook. Al portale di microblogging tale definizione sta stretta, e non gli si può dare torto guardando i dati raccolti ad agosto 2010. Partiamo con il dire che soltanto nel mese del sol leone i tweet pubblicati all’interno della piattaforma sono arrivati ad essere più di 2,6 miliardi, segnando un + 33 per cento di messaggi rispetto alla rilevazione di maggio 2010.
Se invece si prende in considerazione la rilevazione di inizio anno i numeri si fanno impressionanti: l’attività degli utenti segna + 115 per cento. Sul fronte iscritti siamo ancora lontani dagli oltre 500 milioni di Facebook, ma nonostante tutto i 145 milioni di Twitter sono una cifra da tenere in considerazione.
Evan Williams, co-fondatore e CEO di Twitter, ha spiegato che le ragioni di questo aumento esponenziale del successo del social network cinguettante è dovuto all’applicazione per telefoni cellulari che ha contribuito a far iscrivere nuovi utenti, magari che non avevano mai pensato prima di creare un account. C’è da considerare anche che da metà aprile le persone che si sono collegate a Twitter dal telefonino sono cresciute del 62 per cento.
Prima o poi Twitter riuscirà a detronizzare Facebook?


Ultimamente tra Facebook e Greenpeace c’è qualcosa che non va. L’associazione senza fini di lucro ha accusato il social network di proprietà di Mark Zuckerberg di essere poco incline al rispetto dell’ambiente. Tutto ha inizio dalla costruzione da parte dell’aggregatore sociale più famoso al mondo di un server dalle dimensioni mastodontiche in Oregon (si sa, il successo e i profitti aumentano a vista d’occhio quando si parla di Facebook). Greenpeace ha effettuato alcune ricerche sul consumo di energia elettrica di questo nuovo server: secondo l’organizzazione non governativa la nuova installazione si alimenta attraverso sproporzionate quantità di carbone.
Kumi Naidoo, Executive Director di Greenpeace International, ha immediatamente contattato il team di Facebook per far presente come sia sbagliato per una società nata relativamente da poco, con a capo un giovane come Zuckerberg e con dei mezzi tecnologici all’avanguardia possa utilizzare una fonte di energia desueta come lo è il carbone.
La risposta da parte di Facebook non si è fatta attendere, Barry Schnitt ha precisato che, prima dell’installazione del nuovo server, sono state fatte tutte le rilevazioni del caso. “Non è stata riscontrata nessuna anomalia” ha dichiarato il responsabile delle politiche di comunicazione di Facebook, concludendo che tutte è a norma di legge. Lo scontro tra Greenpeace e Facebook è destinato ad inasprirsi?


La top 5 dei motori di ricerca: Google è in vetta, Yahoo cala


La società di ricerca Nielsen ha pubblicato la top 5 dei motori di ricerca più utilizzati. È inutile dire che in vetta alla classifica ci sono davvero poche sorprese, è Google il search engine a farla da padrone quando si tratta di cercare informazioni nella rete. È il colosso di Mountain View ad aggiudicarsi la fetta più grande nella torta delle ricerche su Internet: si aggiudica più della metà del totale, per essere precisi il 64,2 per cento.
In seconda posizione si piazza il motore di ricerca targato Yahoo! con il 14,3 per cento. Nonostante la medaglia d’argento c’è poco da festeggiare in quel di Sunnyvale, infatti rispetto ai dati del passato il search engine è calato di 3 punti percentuali (risultava possedere il 17 per cento dell’intera quota di mercato).
Chi invece stappa le bottiglie di champagne è Bing, il quale assottiglia sempre di più la distanza con Yahoo. In questa rilevazione risulta essere in possesso del 13,6 per cento dell’intera fetta di mercato, nella precedente invece risultava essere possessore “solo” del 9 per cento.
Alle restanti due posizioni non resta che accontentarsi delle briciole: al quarto posto si piazza il search di Ask.com con il 2,1 per cento; mentre per il search di AOL non resta che accontentarsi  della quinta posizione con l’1,9 per cento.


Refugees United: il social network per i rifugiati
Non sempre la parola social network è sinonimo di divertimento e futilità, da qualche tempo a questa parte stanno nascendo degli aggregatori sociali che hanno lo scopo di dare un aiuto concreto e di qualunque genere agli utenti di Internet. Uno di questi si chiama Refugees United ed è il primo social network creato appositamente per i rifugiati, nel quale le persone potranno usare il cellulare per registrarsi, ricercare amici e famigliari e successivamente ricollegarsi a una base dati anonima tramite Sms.
Refugees United ha ricevuto il benestare dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati. David Mikkelsen,  uno dei fondatori del social network, ha così descritto il progetto: “Perdere i contatti con i propri cari nel corso di una crisi anche per un solo giorno può essere dannoso per il benessere emotivo e psicologico di una persona. Con l’attuazione di questo programma, ci proponiamo di allestire l’UNHCR e altre ONG con un potente strumento di collaborazione, così come dare la possibilità ai rifugiati di collaborare nella ricerca dei familiari dispersi”.
Per poter utilizzare la piattaforma social in questione non sarà necessario collegarsi sul web, basterà possedere un telefono cellulare con il quale sarà possibile ricevere Sms che avranno lo scopo di aggiornare la persona rifugiata sullo stato dei propri cari.

Zero crea il suo social network










Dopo Facebook e Myspace anche il free press Zero crea il suo social network: è una vera e propria mania!
socialn.jpg
Il megaparty di Facebook del mese scorso aveva riscosso un grandissimo successo: è un periodo di vero e proprio boom di social network. Dopo Myspace, Facebook e LinkedIn anche un free press ha creato il suo.
Si tratta di "Zero", il free magazine (che è già in versione cartacea e online) diffuso in diverse città. A Milano si chiama Zero2 e si trova in moltissimi locali in appositi espositori.
Attraverso il loro sito si entra in una sezione in cui si sono iscritti oltre duemila ragazzi. Sulla pagina troviamo il profilo di Lumpa, che chiarisce subito "Non sono Tom" (ndr Tom Anderson, fondatore di Myspace). L'obiettivo del social network è quello di condividere ogni appuntamento: dai concerti agli eventi culturali, teatrali, oltre a libri, mostre, feste.
Il network, a detta dei suoi ideatori, ha un punto di forza molto forte rispetto ai suoi simili. Infatti, non raggiungendo i numeri milionari di altri social network, ha più un ambito territoriale.
E nello stesso territorio è molto più facile passare da un livello virtuale a un livello reale.
Si tratta sia di un modo per darsi appuntamento e fare nuove amicizie allo stesso evento, ma anche di un modo per conoscere tutte le offerte che una città grande come Milano può offrire.

I computer portatili più potenti e veloci di sempre? I notebook Toshiba con tecnologia Cell della Playstion 3. In vendita tra poco.

 
Toshiba non smette mai di stupire e, dopo aver presentato i suoi nuovo modelli di notebook più innovativi della gamma Qosmio, lancia sul mercato dell’informatica una nuova tecnologia, quella in grado di trasformare un semplice notebook in un prodotto più importante. Si tratta del processore SpursEngine 1000 (SE1000), basato sull'architettura del famoso Cell di PlayStation 3.

Il Quad Core HD Processor, il Cell di cui sono dotati i nuovi Qosmio, integra quattro core vettoriali, chiamati Cell Synergistic Processing Element (SPE), che possono essere riprogrammati per accelerare vari tipi di applicazione, quali l'upscaling dei DVD, il video editing, la conversione tra formati multimediali ecc. In particolare, il chip può decodificare in hardware i video in formato MPEG2 e H.264, anche in alta definizione.

I computer portatili più potenti e veloci di sempre? I notebook Toshiba con tecnologia Cell della Playstion 3. In vendita tra poco.

 
Toshiba non smette mai di stupire e, dopo aver presentato i suoi nuovo modelli di notebook più innovativi della gamma Qosmio, lancia sul mercato dell’informatica una nuova tecnologia, quella in grado di trasformare un semplice notebook in un prodotto più importante. Si tratta del processore SpursEngine 1000 (SE1000), basato sull'architettura del famoso Cell di PlayStation 3.

Il Quad Core HD Processor, il Cell di cui sono dotati i nuovi Qosmio, integra quattro core vettoriali, chiamati Cell Synergistic Processing Element (SPE), che possono essere riprogrammati per accelerare vari tipi di applicazione, quali l'upscaling dei DVD, il video editing, la conversione tra formati multimediali ecc. In particolare, il chip può decodificare in hardware i video in formato MPEG2 e H.264, anche in alta definizione.

Apple fruga negli iPhone e caccia chi ha fatto jailbreak?

Apple fruga negli iPhone e caccia chi ha fatto jailbreak?
Apple intercetta gli utenti? Va a curiosare – diciamo così – all’interno dei singoli iPhone? E come fa? L’ipotesi più credibile è che il tracciamento dei dati avvenga attraverso iTunes. L’hacker Sherif Hashim ne sa qualcosa. E’ stato espulso dall’Apple Store perché aveva jailbrekkato il suo iPhone. Sherif racconta la sua esperienza su Twitter. Sul display è apparsa questa scritta: “Your Apple ID was banned for security reasons”. Bannato, cacciato, cartellino rosso.
powered by Wordpress Multibox Plugin v1.3.5
Sherif Hashim: espulso da Apple Store
Sherif Hashim: espulso da Apple Store
Qual è stata la colpa di Sherif? Aver violato l’ultimo firmware rilasciato da Apple per iPhone. La versione 3.1.3 si sta rivelando una colossale trappola per chi ha fatto jailbreak. Non apporta alcuna miglioria consistente ma, in compenso, costringe gli utenti a tornare alla versione originale del sistema operativo e a rinunciare così al software acquistato (già, acquistato!) su canali alternativi come Cydia.
Chi fa il jailbreak non è un pirata tout court. Spesso lo fa perché le funzioni di base di iPhone e le applicazioni disponibili su Apple Store non permettono operazioni banali. Un esempio? Spedire sms a gruppi di destinatari. Solo con il jailbreak si può installare biteSMS, che interagisce con ABCContacts. Solo con il jailbreak si possono scaricare (non solo vedere) i filmati di YouTube. Eccetera.
Se Apple tenesse conto dei feedback degli utenti e correggesse gli errori, il fenomeno jailbreak sarebbe sicuramente ridimensionato. Certo, ci sono gli irriducibili delle applicazioni craccate e gratuite a tutti i costi, ma così va il mondo digitale, fin dagli albori. E’ tutto un rincorrersi di guardie e ladri (come peraltro accade nel mondo analogico).
powered by Wordpress Multibox Plugin v1.3.5
Guardie e Ladri
Guardie e Ladri
La vicenda di Sherif Hashim pone un altro problema. Più grave. Se Apple (o Microsoft, o chi volete voi) è legittimata a frugare nei nostri computer o smartphone. Chi ci dice che vada a cercare soltanto se un firmware o un’applicazione sono stati scaricati legalmente? E se andasse a leggere mail, documenti, sms, contatti, fotografie? Quanti Grandi Fratelli dobbiamo subire?

domenica 19 settembre 2010

Distanza, istruzioni per l'uso

Vi amate, vi desiderate, state insieme e magari sognate il futuro a due. Solo che per baciarvi dovete percorrere almeno 200 chilometri (sotto ai 200 la chiamerei una relazione pendolare, ma non una storia a distanza). Ecco in due righe la formula spietata di un'amore da lontano. Uno di quelli che puoi capire solo se l'hai vissuto almeno una volta. Uno di quelli appeso al cellulare, che ti dici ti amo e premi invio, che litighi via chat o eviti proprio e ti tieni tutto dentro. Che fai sesso al telefono o eviti proprio e finisci per uscire fuori, di testa, si intende. Eppure gli amori a distanza non sono poi così rari. E nonostante le difficoltà non é detto che siano quelli destinati a finire prima.





Non è vero che gli amori sono tutti uguali. Quelli a distanza sono peggio. Baciarsi attraverso uno schermo, col rivoletto di bava che scende, non é sensuale, fa schifo. E non é la stessa cosa che stringersi da vicino. Non poter dire mai passo da te, quando la giornata é andata male o per ridere insieme, é frustrante all'ennesima potenza. Se non bastasse, alla nostalgia malefica e alla voglia di umano calore si aggiunge il comandamento dei cuori lontani: chi si vede poco, quando si vede, vuole ad ogni costo che vada tutto bene. Questo significa: non litigare mai, essere iper-romantici, non avere la sindrome premestruale, tenere da parte i problemi personali, non mettersi il muso per non perdere altro tempo. E fare sesso, per forza. Così, quello che dovrebbe essere il più romantico dei rendez-vouz diventa spesso una specie di tour de force fra lenzuola, ristorantini e tramonti, che poi di solito diluvia. E se invece la smettessimo di programmare tutto?

A proposito di film. Sugli amori a distanza esistono parecchi film che potreste vedere per ridere un po' o esoricizzare la paura (ma non per far salire il vostro panico). Da AMORE A MILLE MIGLIA, da poco nelle sale, a MANUALE D'AMORE 2, a L'APPARTAMENTO SPAGNOLO, a DIECI INVERNI la lista é infinita. Preparate del pop-corn e il fazzoletto, per solidarietà con la protagonista...
L'amore al tempo dell' Instant messaging
"Mi dispiace, ti lascio in tempo reale"                                 

la Repubblica.it


 
La metà dei giovani americani li usa per fissare un appuntamento, mentre il 16% per troncare una storia d'amore. Sono gli IM, o Instant messaging (in gergo IM-ing). Usati più di ogni altro servizio di comunicazione dai giovanissimi, sono praticamente una "parolaccia" per gli adulti. E' il risultato di una ricerca condotta via web da 'Knowledge Networks' agli inizi di dicembre su un campione di 1013 adulti e 500 teenager, per conto di Associated Press e Aol.

L'indagine è stata condotta per capire come gli americani usano internet, praticano il gossip in rete, o più semplicemente come risolvere con la tecnologia piccoli e grandi vicissitudini sentimentali. Ne è emerso un quadro completamente nuovo che mette in evidenza le differenze tra adulti e ragazzi: i primi non sanno neanche cosa sono gli IM e usano internet per lo più per il lavoro o per leggere news di gossip, i secondi fanno largo uso dei messaggini in tempom reale per incontrare gli amici della comitiva, per parlare con i parenti, piuttosto che con il fidanzato o la fidanzata che magari in quel momento si trova in un altro Stato. Ma è un gap pesante testimoniato dai numeri, visto che il 48% dei giovani tra i 13 e i 18 anni comunica abitualmente via IM: il doppio rispetto agli adulti di cui ben il 75% preferisce ancora di gran lunga le e-mail.


Più della metà dei giovani ne spedisce oltre 25 al giorno e uno su cinque addirittura cento al giorno. A sostenere che "Non posso vivere senza Instant messaging" sono il 30% dei ragazzi intervistati, appena il 17% tra gli adulti. Non tutti gli 'internet-dinosauri' sono impermeabili comunque all'uso pervasivo dell'IM e, anzi, alcuni lo riconoscono come un ottimo strumento per comunicare in real time, e senza spendere una fortuna, con persone lontane o per risolvere questioni di tipo pratico come appuntamenti e comunicazioni veloci. Anzi qualcuno si fa anche contagiare dai più piccoli, come un'insegnante cinquantenne di Las Vegas, che ha iniziato a usare gli IM dopo aver visto in azione i figli. "Posso portare avanti anche due conversazioni in contemporanea" dice Faith Laichter. Forse un record per la professoressa, che però è ancora lontana dagli exploit dei suoi pargoli che probabilmente sfondano il tetto dei dodici simultaneamente.

Un'attività, quella di fare più cose insieme, come ascoltare musica, scrivere IM e magari parlare al telefono, che per i ragazzi è ormai diventata un'abitudine. Un'abilità che non è sempre vista di buon occhio dagli educatori, che, spesso vedono nell'essere sempre on line una distrazione più che un vantaggio, una consuetudine che spesso porta a un modo troppo superficiale e frettoloso di comunicare. Non è un caso infatti che sia adulti che giovani preferiscano ancora il telefono per parlare di cose serie e condividere confidenze personali e intime.

ABBIAMO PARLATO DI GIOVANI...MA PER MOLTI 40-50 enni  QUESTA E' UNA SECONDA GOIVENTU'.
L'amore al tempo dell' Instant messaging
"Mi dispiace, ti lascio in tempo reale"                                 

la Repubblica.it


 
La metà dei giovani americani li usa per fissare un appuntamento, mentre il 16% per troncare una storia d'amore. Sono gli IM, o Instant messaging (in gergo IM-ing). Usati più di ogni altro servizio di comunicazione dai giovanissimi, sono praticamente una "parolaccia" per gli adulti. E' il risultato di una ricerca condotta via web da 'Knowledge Networks' agli inizi di dicembre su un campione di 1013 adulti e 500 teenager, per conto di Associated Press e Aol.

L'indagine è stata condotta per capire come gli americani usano internet, praticano il gossip in rete, o più semplicemente come risolvere con la tecnologia piccoli e grandi vicissitudini sentimentali. Ne è emerso un quadro completamente nuovo che mette in evidenza le differenze tra adulti e ragazzi: i primi non sanno neanche cosa sono gli IM e usano internet per lo più per il lavoro o per leggere news di gossip, i secondi fanno largo uso dei messaggini in tempom reale per incontrare gli amici della comitiva, per parlare con i parenti, piuttosto che con il fidanzato o la fidanzata che magari in quel momento si trova in un altro Stato. Ma è un gap pesante testimoniato dai numeri, visto che il 48% dei giovani tra i 13 e i 18 anni comunica abitualmente via IM: il doppio rispetto agli adulti di cui ben il 75% preferisce ancora di gran lunga le e-mail.


Più della metà dei giovani ne spedisce oltre 25 al giorno e uno su cinque addirittura cento al giorno. A sostenere che "Non posso vivere senza Instant messaging" sono il 30% dei ragazzi intervistati, appena il 17% tra gli adulti. Non tutti gli 'internet-dinosauri' sono impermeabili comunque all'uso pervasivo dell'IM e, anzi, alcuni lo riconoscono come un ottimo strumento per comunicare in real time, e senza spendere una fortuna, con persone lontane o per risolvere questioni di tipo pratico come appuntamenti e comunicazioni veloci. Anzi qualcuno si fa anche contagiare dai più piccoli, come un'insegnante cinquantenne di Las Vegas, che ha iniziato a usare gli IM dopo aver visto in azione i figli. "Posso portare avanti anche due conversazioni in contemporanea" dice Faith Laichter. Forse un record per la professoressa, che però è ancora lontana dagli exploit dei suoi pargoli che probabilmente sfondano il tetto dei dodici simultaneamente.

Un'attività, quella di fare più cose insieme, come ascoltare musica, scrivere IM e magari parlare al telefono, che per i ragazzi è ormai diventata un'abitudine. Un'abilità che non è sempre vista di buon occhio dagli educatori, che, spesso vedono nell'essere sempre on line una distrazione più che un vantaggio, una consuetudine che spesso porta a un modo troppo superficiale e frettoloso di comunicare. Non è un caso infatti che sia adulti che giovani preferiscano ancora il telefono per parlare di cose serie e condividere confidenze personali e intime.

ABBIAMO PARLATO DI GIOVANI...MA PER MOLTI 40-50 enni  QUESTA E' UNA SECONDA GOIVENTU'.