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lunedì 31 ottobre 2011

OTTO MESI DI GUERRA E COMBATTIMENTI PER QUESTO?

Le prime bozze della nuova costituzione libica ispirate alle legge islamica. Il Cnt rifiuta l’invio di forze straniere di pace proposto dall’Onu. Inquietanti presenze jihadiste fra i ribelli. 

Tripoli (AsiaNews/ Agenzie) - La Libia del dopo Gheddafi rischia una deriva fondamentalista. Osservatori fanno notare che le bozze della nuova costituzione preparate dal Consiglio nazionale di transizione proclamano il Paese come Stato islamico fondato sulla sharia. A ciò si aggiunge il rifiuto categorico del Cnt ad accettare la presenza di forze internazionali sul suolo libico, compresi i caschi blu Onu. Secondo gli analisti molti dei “ribelli” appartengono a gruppi estremisti islamici, il cui fine principale è la creazione di uno Stato islamico e non la democrazia e i diritti umani.

L’articolo 1 della bozza della futura costituzione afferma che “la Libia è uno Stato indipendente democratico in cui il popolo è la fonte dell’autorità…L'islam è la religione dello Stato ed è la principale fonte per la legge e la giurisprudenza”. 
 Mustafa Abdel Jalil, che ieri ha sottolineato come la legge islamica (sharia) sarà la fonte di ispirazione della futura costituzione libica. Ieri Jalil ha tentato di rassicurare affermando che i libici sono "musulmani moderati", ma è sembrato servire a poco, date le numerose e pressanti richieste di garanzie. 

L'occidente sussulta........ L'Unione Europea ha lanciato un vero e proprio appello alle nuove autorità libiche affinché rispettino i diritti dell'uomo e i principi democratici. 
"Il Corano è la base e la nostra costituzione deve essere basata sulla sharia", hanno sottolineato i manifestanti raccolti a Piazza della Liberazione, da dove è partita a metà febbraio la contestazione popolare che è diventata un conflitto armato e ha messo fine a 42 anni di regno ininterrotti di Muammar Gheddafi. "Siamo un Paese musulmano e la nostra costituzione deve riflettere le nostre credenze religiose", ha dichiarato Ahmed al Moghrabi, che guida la preghiera in una moschea di Bengasi. "Sono i nostri uomini che hanno fatto la rivoluzione, non l'Occidente", ha aggiunto.
 La popolazione libica festeggia la morte del tiranno ballando nelle strade e sventolando bandiere multicolori. Sino a quando si sveglierà un mattino e si accorgerà che in fondo nulla è cambiato.
Il nuovo governo libico festeggia la scomparsa del dittatore e lo fa in un modo che lascia un poco perplessi. Infatti, la prima questione affrontata dal nuovo governo insediato a Tripoli, il nuovo governo di un paese distrutto da sette mesi di guerra, è stato il ripristino della Sharia, la legge islamica e del diritto alla poligamia.

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