ci sono due cose che nessuno ti potrà mai strappare: ciò che sei e ciò che sai.
giovedì 23 aprile 2015
Nella vita, niente ci viene dato gratis; o meglio, tutto ci viene offerto gratis, ma solo allorché noi abbiamo maturato la capacità di apprezzare ogni singola cosa. Ed giusto che sia così. Il dono non può e non deve essere più grande della capacità di apprezzarlo da parte di colui che lo riceve. Non si deve regalare a un bambino un giocattolo più grande di lui; non si deve regalare a una persona un amore più grande di lei. Devono esistere una proporzione e una corrispondenza ben precise fra l’entità del dono e l’anima del suo destinatario. Se questo non avviene, allora il dono non viene capito e il suo destino è quello di essere gettato in un angolo e di restare inutilizzato o, peggio, di venire calpestato. Qualcuno disse in proposito: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le pestino coi loro piedi e, rivoltandosi, vi sbranino» (Matteo, 7, 6). E si potrebbero citare molti esempi di persone che non solo non hanno saputo ricavare alcun giovamento da un dono troppo grande che era stato fatto loro, ma che, addirittura, ne hanno ricevuto un danno per la propria evoluzione spirituale. È per questa ragione che una persona piccola e meschina non potrà mai comprendere il vero significato dell’amicizia o dell’amore: perché l’amicizia e l’amore sono doni grandi, per persone grandi. Rimanere a bocca aperta davanti a un bel corpo seducente, davanti alla giovinezza e alla ricchezza: queste cose non richiedono alcuna maturazione spirituale e chiunque ne rimanga conquistato, senza desiderare di spingere lo sguardo un po’ oltre, mostra in maniera evidente tutta la propria superficialità e tutta la propria piccolezza. Infatti le più grandi qualità dell’anima, come abbiamo visto, non di rado si nascondo sotto umili apparenze: e saperle riconoscere e apprezzare richiede, se non un’anima grande, quanto meno una disposizione alla grandezza d’animo. Esiste, a questo proposito, un grosso equivoco intorno al concetto di donna "moderna". Secondo l’opinione corrente, una donna moderna sarebbe, più o meno, sinonimo di duro, di brutale, di insensibile; oltre che, si capisce, di potere di affascinazione. Ma è un’opinione del tutto sbagliata. La vera femminilita' è sinonimo di forza calma e tranquilla, di noncuranza del superfluo e di capacità di puntare dritto all’essenziale,oltre che del fascino estremo della semplicita'. La vera femminilita', pertanto, è una caratteristica piuttosto rara. Sono abbastanza rari anche gli uomini davvero virili, e questo specialmente al giorno d’oggi; mentre una donna può essere decisa, senza perdere nulla della propria femminilità. Le persone inconsapevoli non la vedono neppure la differenza, mentre quelle ottenebrate dal falso Ego si infiammano di invidia e di gelosia, perché intuiscono quanto uscirebbero umiliate dal confronto, e fanno di tutto per sminuirla. Grandezza chiama grandezza, meschinità chiama meschinità: ciascuno è attratto o respinto secondo le leggi della propria natura. La vecchia nonna Adele, con il suo sorriso buono e mite (una persona buona può anche non essere mite), era una donna grande. Ma perché dico: “era”? Adele è qui, è viva: è viva nelle mille e mille persone come lei, piccole, umili, sconosciute. Guai se non ci fossero loro. Potremmo fare a meno di Cesare o di Napoleone, ma non delle persone come la cara, vecchia Adele.
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