È successo davvero. Michele Placido porta al cinema la storia vera di un gruppo di operaie costrette a scegliere fra la dignità e lo stipendio sicuro. Il regista e le sue attrici raccontano le ingiustizie al femminile che hanno visto da vicino. E come le cose possono cambiare facendo fronte comune.
E' la storia delle operaie di una fabbrica tessile del Lazio che devono decidere se rinunciare a sette minuti della loro pausa pranzo per ingraziarsi i nuovi proprietari e, quindi, tenersi il posto di lavoro. Sette minuti sono niente, ma sette minuti è anche il tempo che resta loro per mangiare. E la pausa pranzo che trent’anni prima durava un’ora diventa la posta simbolica della difesa di diritti soggetti a un’erosione sempre più inumana. Un gruppo di sindacaliste stanno chiuse in una stanza a discuterne, mettendo sul tavolo le loro vite disgraziate, i mariti che non ci sono, i figli da mantenere, la paura di perdere lo stipendio. A guardarle, non puoi fare a meno di chiederti a che cosa sei disposto a rinunciare tu, pur di lavorare. Quale ingiustizia sei disposto a subire, pur di lavorare. Uno degli argomenti con cui Placido è riuscito a convincere il sistema-cinema è il suo cast di eroine. In ordine alfabetico: Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Anne Consigny, Fiorella Mannoia al suo esordio cinematografico, Maria Nazionale, Ottavia Piccolo, Violante Placido, Clémence Poésy, Sabine Timoteo.
Nessun commento:
Posta un commento