continuo a sognare.
Un grande psicologo come Alfred Bion sostiene che noi, anche quando siamo svegli, sogniamo, sogniamo ad occhi aperti. E, se non sognassimo ad occhi aperti, non potremmo vivere in modo costruttivo, creativo. Perché, in effetti, se noi non sognassimo ad occhi aperti, saremmo come questo libro o questo tavolo, saremmo dei pezzi di materia e cesseremmo di essere pezzi di materia soltanto nel momento in cui avremmo coscienza chiara e scientifica di tutte le cose. Ma se avessimo coscienza chiara e scientifica di tutte le cose, saremmo dei puri spiriti. Noi non siamo né dei pezzi di corpo puramente materiale, né dei puri spiriti. Noi siamo, per così dire, a mezzo tra lo spirito e il corpo, in una zona intermedia. E questa zona intermedia è appunto il sogno, non il sogno che sogniamo quando dormiamo, ma quel sogno che ci accompagna quando siamo svegli.
La virtualità non sempre è una virtù; perché "virtuale", Voi sapete, è un termine che viene dalla nomenclatura filosofica latina, che a sua volta riprende una nomenclatura filosofica greca e significa: ciò che è solo potenziale, ma non è reale.
Governare razionalmente anche la nostra vita virtuale e fare in modo che a questa virtualità corrisponda la virtù, non nel senso moralistico della parola, ma nel senso classico: la virtù è il valore personale, il valore nella creazione, il valore nell'amore, il valore nella produzione di rapporti civili e di rapporti morali. Tutto questo è il mio sogno, ma un sogno che io, di volta in volta, mi impegno a tradurre in realtà. Solo a questa condizione ci accorgiamo che la nostra vita vale la pena di essere vissuta.
vvb buonanotte
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